“Giustizia per Niccolò Ciatti”. È la richiesta e l’appello messo nero su bianco su alcuni striscioni comparsi a Scandicci, dove Ciatti abitava con la famiglia, a due anni esatti dalla morte del giovane fiorentino di 22 anni. Avvenuta a seguito di un pestaggio in una discoteca di Loret de Mar, in Spagna, dove Niccolò si trovava in vacanza con alcuni amici. Mentre si trovava sulla pista da ballo il ragazzo fu colpito alla testa da un calcio e poi preso a botte da tre ragazzi.
Violenza è tutto ciò che intenzionalmente fa male all’altro. Fisicamente, emotivamente, moralmente, direttamente e indirettamente. Fresco nella mente di tutti, questo dramma può dunque ancora insegnarci qualcosa. Ciatti, abbandonato alla mercè dei suoi tre aggressori, in mezzo ad una folla alienata e indifferente, si ritrova ad essere vittima di tre uomini e di una società intera. Da qui, da questo fil rouge di violenza che “unisce” il nostro Paese, il cortometraggio Eyes prende vita. Scritto e diretto da Maria Laura Moraci, nasce dall’esigenza di “fare qualcosa”, dall’esigenza di scuotere gli animi verso un tema scomodo e, purtroppo, attuale. Abituati a guardare ma non a vedere, i personaggi rappresentati sono uno squarcio veritiero della superficialità contemporanea, indissolubilmente legata ad una sensazione di inerzia ed indifferenza in cui ognuno di noi sguazza costantemente. Una prostituta, due giovani innamorati, due ragazze frivole, un marito infedele e via dicendo. Tutto acquisisce un aspetto malsano, pregno di colpevolezza non riconosciuta. Sono tutti dei piccoli carnefici, nel loro piccolo – colpevoli di aver arrecato violenza all’altro. Gli occhi finti delle persone sono aperti – come indica il trucco – di fronte ai piccoli soprusi, alla (s)maliziata cattiveria, ma restano saldamente chiusi di fronte al bisogno di aiuto degli altri. Una maschera utile alla sopravvivenza, al vantaggio del singolo, che non si fa scrupoli ad abbandonare un povero ragazzo in difficoltà o, in questo caso, una ragazza. A risvegliare i loro animi sarà solo la presa di coscienza di una scomoda verità – quegli uomini e quelle donne non stanno facendo nulla per impedire che venga perpetrata una violenza. Una violenza che però non viene rappresentata, lascia spazio all’immaginazione ed è proprio qui che ci si sente fortemente immedesimati. I primi piani, riuscitissimi, consentono di scorgere ogni sfumatura delle emozioni – chi prova paura, chi sgomento, chi rabbia. Siamo noi a decidere. Vogliamo essere spettatori? Così, attraverso un’immagine di forte impatto, gli occhi dipinti si dischiudono al giorno consentendo, non più solamente di guardare ma anche di vedere.
L’Arte modifica quello che probabilmente sarebbe diventato Storia, l’ennesimo articolo di cronaca nera su un giornale.
Il corto da’ un barlume di speranza, ci fa credere in un mondo migliore, ma il tutto viene interrotto dalla cruda realtà. Nel mondo reale le cose non vanno così – quel calcio brutale lo testimonia. Un calcio che sarebbe potuto non esserci, una morte in meno. La salvezza di un povero ragazzo era alla portata di un palmo. Qualche giorno fa fu Cucchi, oggi è stato Ciatti, domani chi sarà? Vittime di una società sbagliata, malsana. Vittime che hanno bisogno di noi.
Open your Eyes.
(Maria Laura Moraci, 24 anni, diplomata al liceo classico a Frascati, in provincia di Roma, attrice e danzatrice che nutre da sempre un forte amore per l’arte. Di origine romano-sicula, inizia a 5 anni judo e a 6 la danza moderna e contemporanea, sport che praticherà, entrambi, a livello agonistico fino ai 15 anni. Nel 2009 inizia a studiare recitazione teatrale e cinematografica a cui tuttora si dedica completamente. Da qualche tempo e’ anche regista e sceneggiatrice di opere di denuncia sociale, dovute al suo attivismo; e questo e’ il suo primo corto di finzione. Ha diretto “AMR. Storia di un riscatto”, un corto documentario su una storia vera di integrazione e di immigrazione. Tra i registi con cui ha lavorato come attrice vi sono: Pupi Avati, Giuseppe Papasso, i fratelli Borruto, Berardo Carboni e Daniele Barbiero. Nel 2016, Maria Laura ha ottenuto il premio miglior attrice giovane promessa al Caballero Corto Fest di Fiano Romano; e un corto di cui e’ l’unica protagonista femminile, “Strade da Amare” dei fratelli Borruto, ha ottenuto diversi riconoscimenti, fra cui il Premio Sociale allo Starlight Cinema Award 2016, svoltosi all’interno della 73ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Infine nel tempo libero scrive poesie e fa scatti, sia come fotomodella che come fotografa. Vince, con il cortometraggio “Eyes”, ai Nastri d’Argento 2019.)
Un ringraziamento speciale a Maria Laura Moraci e a Letizia Rogolino per averci permesso di visionare il cortometraggio e dire la nostra!
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